domenica 14 agosto 2011

dalla cronaca di Roma - superpoliziotti col fiuto!

E UNO
Concluso il turno di servizio al commissariato San Giovanni, percorrendo via B. Varchi, un agente a bordo della sua moto nota una scena che lo riporta in servizio. Un uomo, fermo in strada, stava parlando al telefono con atteggiamento sospetto. Agevolato dal suo abbigliamento “civile”, il poliziotto si avvicina “al palo” che entra frettolosamente in un portone. L’agente entra in azione: blocca lo sconosciuto e telefona subito al 113. La sala operativa della questura invia sul posto una pattuglia del reparto volanti. Il “palo”, sorpreso dall’agente, non ha avuto il tempo di avvisare il complice, che viene individuato all’interno del palazzo mentre stava forzando la serratura della porta di un appartamento. Alla vista della polizia, ha tentato inutilmente di disfarsi del marsupio contenete arnesi da scasso all’interno di una fioriera.
I due, P.M. e P.B fratelli georgiani di 26 e 28 anni, sono stati accompagnati negli uffici del commissariato San Giovanni, diretto da Francesco Maria Bova e arrestati per tentato furto aggravato in concorso. Nel marsupio lanciato da P.B. gli agenti hanno trovato un campionario fornitissimo di arnesi da scasso: boccole fresate per l’apertura di serrature europee, leve in acciaio e cacciaviti. All’interno dell’appartamento degli arrestati, poco distante dal luogo del fermo, c’era un terzo complice connazionale, 39enne, incaricato di “selezionare e repertare” in tempo reale la refurtiva. Nell’immobile infatti, gli agenti hanno trovato numerosi oggetti rubati: computer portatili, telefonini, orologi, accendini di lusso ed un’altra serie completa di arnesi atti allo scasso. Il 39enne è stato denunciato per ricettazione, così come i due fratelli.
A finire in manette anche 2 romeni di 42 e 43 anni, rispettivamente C.A. e M.M.O., responsabili del furto del portafoglio ai danni di un turista all’interno della metropolitana. Mentre uno ha distraeva la vittima spintonandola, l’altro gli ha sottratto il portafoglio. Sorpresi però da un agente della polizia penitenziaria, i due complici sono stati accompagnati presso gli uffici del commissariato Esquilino, dove sono stati arrestati per furto con destrezza. Salgono così a 23 gli arresti per furto effettuati dalla polizia dall’inizio del mese.

E DUE
E’ stata invece riconosciuta dagli agenti del commissariato Monteverde, diretto da Mario Viola, una 42enne romena, mentre stava entrando in un negozio “Compro Oro” di viale Trastevere. Insospettiti, gli investigatori, hanno deciso di seguire con attenzione le sue mosse. Attraverso una vetrina, hanno notato che la donna, ha estratto dal marsupio orologi, anelli, orecchini, collane e bracciali in oro, nel tentativo di offrirli in vendita all’addetta al bancone.
A questo punto, i poliziotti sono entrati nel punto vendita, chiedendo spiegazioni. Alle loro domande, la romena ha risposto contraddicendosi più volte, per poi dichiarare di non sapere esattamente la provenienza degli oggetti in suo possesso. Accompagnata presso gli uffici del Commissariato, al termine degli accertamenti di rito la 42enne è stata denunciata in stato di libertà per ricettazione

E TRE
Fingevano una gravidanza per mettere a segno truffe ai danni di inconsapevoli cittadini. Il loro “escamotage” è stato però scoperto dagli agenti del commissariato Esquilino, diretto da Rossella Matarazzo. Le due donne, una 19enne ed una 25enne, entrambe di etnia rom, sono state notate in via Principe Amedeo, di fronte al mercato rionale dell’Esquilino mentre avvicinavano passanti proponendo loro di concludere un affare: l’acquisto di una videocamera di una nota marca orientale, a un prezzo vantaggioso.
Nel tentativo di eludere i controlli, una delle due aveva nascosto sotto ai vestiti, all’altezza della pancia, una sacca di tessuto, contenente la merce. Gli investigatori del commissariato, in servizio in abiti civili nella zona, le hanno individuate mentre stavano cercando di rifilare il “pacco” ad un cittadino indiano. Sorprese in flagranza, C.L. e G.S. sono state accompagnate negli uffici di polizia dove gli agenti hanno smascherato il loro trucco e appurato la truffa. Nascoste sotto il vestito, sistemate all’interno della sacca, gli agenti hanno trovato 4 videocamere complete di memoria esterna e custodia, e 750 euro in contanti, probabile provento di precedenti truffe. I prodotti elettronici infatti, non erano prodotti dalla casa della quale avevano riprodotto e apposto il marchio. Per le due donne è scattato l’arresto per il reato di tentata truffa aggravata.

Un appplauso a questi superpoliziotti che non sanno più cosa scrivere sui rapporti.


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