sabato 15 dicembre 2012

Cerco un Centro di gravità permanente

Io mi chiedo se sono io che non capisco niente di politica, oppure siano i politici, i giornalisti ed i tuttologi a non capire veramente i bisogni reali della politica italiana.
Credo sia sotto gli occhi di tutti l'inutilità di un bipolarismo pidduista e tutto ciò che ne è derivato in questi ultimi 20 anni.
La Chiesa, dal canto suo, dopo tutti i vari casini, da Sindona, allo IOR, alla caduta tempestosa della Democrazia Cristiana, ha fatto retromarcia ed ha lasciato spazio a coloro che di religioso avevano soltanto il certificato del battesimo. Stessa cosa va detta a proposito del mondo giudaico, che ha abbandonato particolari schieramenti politici puntando sulle proprie forze, degne del popolo eletto.
Questa assenza di moralità religiosa, ha influenzato la vita poltica italiana, che come ben sapete è piena di ladri papponi e mignotte. Non che non sia mai stato così in Italia, ma come tutte le chiacchiere da bar affermano, almeno prima ce facevano magnà!
Ebbene, il dramma che si è consumato in Italia, corrisponde esattamente con la fine delle preferenze nel voto elettorale. Prima si garantivano posti di lavoro, esenzioni dal servizio di leva, soluzioni fiscali, mentre adesso, tutto questo rapporto cittadini-politici è andato scomparendo. Si, forse a livello territoriale qualcosa è rimasto (vedi Storace alla regione Lazio e tutti coloro che sono entrati nella sanità) ma è ben più noto che la maggior parte dei consiglieri regionali e comunali, tendono a spararsi stipendi e mance in puttane, droga ed auto di lusso.
Bisogna ricominciare a prendere in giro gli italiani per bene, credo. Ricominciare a farli sognare come si faceva ai tempi della DC, quando la lira non valeva un cazzo, però tutti si potevano permettere di mangiare, fare le ferie sotto l'ombrellone e comprarsi una bella Fiat 131 a rate. Questo è quello che sta più a cuore agli italiani, inutile menarsela con la politica pulita, gli italiani voteranno solamente coloro che faranno gli interessi degli elettori, e che quindi, tanto in regola non stanno. Due coglioni con il pagamento dell'IMU, inutile stare a dire che finchè ci saranno gli evasori che non pagano le tasse,non risolveremo mai nulla. Inutile poi mettere in mezzo i figli, almeno gli lascio la casa, perchè hai spalato merda fino a ieri, e l'unica cosa che ti interessa è dimostrare agli altri che, anche spalando la merda, ti sei potuto permettere un appartamento col mutuo di 40 anni, ed all'età di 80 anni sarai costretto a venderla in nuda proprietà mentre tuo figlio ha cercato di farti uccidere dalla badante rumena, per beccarsi la casa e rimanendo con una mano davanti ed una di dietro.
Insomma la sinistra si è scordata del ceto medio borghese, sempre appresso agli statali ed ai metalmeccanici, solamente perchè i sindacati hanno il potere di toglierti i voti quando vogliono. Quanti insegnanti ci sono in Italia?Quanti dipendenti dei ministeri?Fatevi sta domanda e rispondetevi. Davvero l'Italia è così attenta alle sorti dei metalmeccanici della Fiat, ai lavoratori dell'Ilva, e poi pronti a rivendicare che queste aziende non possono chiedere soldi allo stato. Il bastone e la carota. Neanche a pensare alla "destra" berlusconiana, troppo intenta a pensare a tutti i problemi degli industriali italiani, da non pensare minimamente alle altre fasce sociali. Sì, forse pensano ai vecchi perchè per 50 euro ed una gita a Roma se li possono ancora comprare.
Mancano i difensori del ceto medio, sapete quella borghesia, in cui tutti una volta nella vita hanno pensato di appartenere. Tutti quegli impiegati, che a differenza degli statali o dei metalmeccanici, in malattia non ci possono stare, o che una volta chiesta la maternità si vedono recapitare la lettera di licenziamento, quelli che lavorano tutti i giorni dell'anno, perchè per profitto, devono farlo e basta.
La dimostrazione del voto dato a Renzi, ne è la prova inconfutabile. Alcuni elettori di sinistra c'hanno provato a mettere dentro la politica, uno che, almeno a parole, riusciva a difendere gli interessi di questa parte di italiani. Gli hanno dato del democristiano, ma è proprio questo di cui l'Italia ha bisogno.
Io mi chiedo come mai Casini, e sono 10 anni almeno che ha il partito di centro, non ci sia arrivato. Serve solo ed esclusivamente questo. Niente alleanze a sinistra o a destra, probabilmente in questo modo, potrebbe prendersi qualche voto in più.
Berlusconi e Prodi, hanno fatto tanto per eliminare quell'idea di centro, imponendoci una scelta, hanno abbandonato quella "moralità cristiana" giustificandola come unica via per modernizzare un paese dove gli unici che decidevano erano i cristiani. Mentre a loro questa moralità cristiana non interessava, dovevano smaliziare un paese, che si è scoperto ancora più ottuso di prima, e che hanno abbandonato Berlusconi, non tanto perchè andava con le ragazzine, ma perchè se ne era fatte troppe.
Gli italiani si dicono scandalizzati ma in fondo ancora c'è chi guarda studio aperto, e nel frattempo la chiesa si è ripresa rai1. Non c'è serata dove non si rievochi la vita di un santo, dove non si parli delle parole del Papa (nel frattempo sempre più rincoglionito). Tutto questo è un segnale che l'italiano medio non vede, preso dalle caselle dell'Imu neanche fosse il sudoku.
Perfino in Europa si sono resi conto che in Italia ci vuole un partito di centro, e Berlusconi ancora sta lì a menarsela, non capendo che lui è automaticamente fuori dai giochi.
Stanno preparando un nuovo colpo di stato democratico. Il primo è stato mettere Monti, nessuno è sceso in piazza perchè in fondo è stato l'unico modo per eliminare Berlusconi.
L'ennesimo sarà coglionarvi tutti, facendovi scegliere il vostro partito preferito, che ovviamente non sarà il PD perchè troppo chiuso a difendere il diritto di pochi, neanche il PDL, impegnato a risolvere i problemi di pochissimi. Non sarà Casini, che ancora non ha capito che tra pochi mesi si vota, nè Fini o Rutelli che si venderanno per pochi spiccioli. Sarò una realtà nuova solo nel simbolo e nelle persone, e non sto parlando di Grillo, che anche quello ha problemi di demenza senile.
Sarà un partito vicino alla Chiesa, agli ebrei ed alla mafia, probabilmente, che eseguirà gli ordini impartiti dall'alto e che, con la credibilità all'estero, ci autoconvinceranno che è stata la scelta giusta. Perchè ovviamente se uno straniero ci dice che siamo un bel paese, noi ci crediamo.
E da qui ricominceranno tutti gli investimenti illeciti e coperti dal segreto vaticano, tutte le svendite di immobili da parte degli ebrei verso un'altra realtà illecita, creando così nuovi posti di lavoro e nuovi sogni da poter far realizzare agli italiani e da poter sfoggiare con gli amici al bar.
No, non credo ci sia altra soluzione, abbiamo bisogno di una nuova democrazia cristiana, ma di quella vera, Andreottiana se vogliamo, e poi, l'ultimo colpo di stato sarà stravolgere la magistratura. Perchè i magistrati non possono continuare ad indagare ogni singolo politico, devono assoggettarsi al governo e non rompere i coglioni, altrimenti qui, salta tutto un'altra volta. Ed allora si schierano De Magistris ed Ingroia a difesa dell'ennesima casta. A noi, in realtà, di tutti questi discorsi, ci importa una sega, a noi basta che ce fate magnà, ma almeno prendeteci bene in giro.

giovedì 5 gennaio 2012

Ammazzarsi come cani, un giorno, a Roma

Lascia veramente perplessi, vedere il Sindaco di Roma, che si sbatte per intitolare una via ad Almirante. Il distacco tra la vita politica e quella reale è sempre più ampio anche nella politica locale.
Caro sindaco, dopo l'ennesimo omicidio, dove sei? A che ora pensi sia il caso di spendere almeno due parole sulla vicenda? tu che vai a trovare la prima nata dell'anno nuovo in ospedale, rosicando che non sia ariana, e lasci invece cadere vite umane ogni singolo giorno? cosa avrai da dire a tua discolpa? che è tutta colpa dell'esagerazione della sinistra? tirerai in mezzo ancora la mafia? magari quella siciliana...
Il cancro da estirpare a Roma è Alemanno, forte dell'appoggio ecclesiastico e  di quello della ndrangheta, che sarebbe da condannare solo perchè devia le indagini puntando i fari su altre analisi del crimine. Come si fa a non vedere cosa fa la camorra, cosa fa la ndrangheta, le bande di stranieri e le bande nostrane, autoctone, che, negli anni sono sempre lì. Tor Bella Monaca, Boccea, Ostia, Maranella, Trastevere e il Ghetto. Dopo l'uccisione di Simmi, di Cohen, nel ghetto di Roma stanno cominciando a nascere nuove attività commerciali. Locali messi a disposizione dopo anni e anni di inattività. Dati da ebrei verso quelle persone che hanno bisogno di pulire parecchio denaro. Guardatevi intorno, stanno aprendo in giro per Roma, nuove attività, soprattutto nel campo della ristorazione, che difficilmente creeranno nuovo sviluppo e lavoro. Faranno chiudere attività che sono quasi legali, facendo fallire famiglie e piccoli evasori e ristabilendo quell'ordine disordinato della malavita.
Chi non paga il pizzo a Roma deve morire come un cane. Sparato in fronte, forse anche peggio di un cane.
Proprio come 30 anni fa a Roma non è cambiato veramente niente. Non è Romanzo criminale che diventa realtà, anzi si può dire che il successo del film derivi proprio dalla fine delle condanne di tutti quei delinquenti che a Roma ci sono sempre stati, che hanno sempre controllato tutto pur non essendo presenti. Il clima comatoso degli ultimi dieci anni a Roma ha lasciato situazioni dormienti che in un momento di crisi economica come questo rimette in gioco tutto, atto a delineare il clima di terrore a cui vogliono abituarci. Quel tanto sospirato clima di terrore che molti politici di destra, ma anche di sinistra, hanno sempre cercato di riportare per distogliere lo sguardo dai loro personali "impicci". Ripeto i loro nomi, partendo da chi ha interessi nella capitale come Storace e Rutelli, passando per D'Alema e Cicchitto a livello nazionale. Stanno armando l'estrema destra perchè negli anni si sono sempre dimostrati disponibili, come in passato, coerenti ad alimentare il clima d'odio nella città. L'omicidio dei cinesi al Pigneto, di una bambina di pochi mesi, rimanda a quell'odio razziale che sta imperversando sia in Italia che in Europa. Uccidere in quel modo spietato, come un  cane, rimanda alle parole di una destra così estrema che è difficile anche pensare che esista ancora. Ma di politica rimane ben poco. Sappiamo bene che ormai i pol.tici non regalano più nè posti di lavoro nè tantomeno soldi. E loro sanno che per continuare la loro opera rivoluzionaria e soprattutto per finanziarsi, debbono cooperare tra malavita e poltica.
Il distacco dalla politica che molti indignati dicono di non sopportare si ferma solo all'evidenza del fatto che i politici rubano.
Per essere indignati realmente bisognerebbe fermare questo tipo di politica, questi personaggi che vanno a braccetto con i servizi segreti e la Chiesa.
Sanno che così facendo avranno sempre una parte della popolazione che non condannerà pienamente ogni singolo gesto, sanno che avranno sempre un appoggio popolare che in questi ultimi anni è cresciuto. Si fa presto a puntare il dito contro chi ha attività commerciali mentre c'è gente che si muore di fame. Di questo ringraziamo chi non ha fermato la mafia cinese ma ringraziamo anche chi solo adesso ha deciso di opporsi nei modi più primitivi disponibili al mondo.
Ma non si tratta solo di questo lo sappiamo bene.
Si sta cercando di recuperare le vecchie zone e controllarle meglio, senza più sporcarsi le mani con gli italiani. Pachistani e arabi sono più malleabili, si fanno gli affari loro, pagano il pizzo e creano attività in cui si può facilmente smerciare soldi e prodotti evadendo. Hanno, poichè molti di questi sono musulmani, la stessa mentalità degli ebrei  per quanto riguarda il commercio: si aiutano tra di loro, si fanno prestiti, si scambiano attività dal giorno alla notte mentre questi ultimi, vorrebbero diventare un po più imprenditori e lasciar perdere lo sbattimento di mettersi là e lavorare. Mettono a diposizione locali, la ndrangheta si occupa di affitargli casa, la camorra di smerciare i prodotti e loro pensano solo a lavorare perchè devono mantenere le loro famiglie, non hanno voglia di stare là a preoccuparsi. Gli italiani sono cambiati, non hanno più voglia di sudare, se è vero che la preoccupazione di parire i negozi di sera è solo quella di pagare altri stipendi. Non guardano oltre il loro naso e lasciano via libera ai lavoratori immigrati. Che diventano ricchi e che sono appoggiati dalla criminalità perchè effettivamente rendono.
Tutto si concatena perfettamente.
Tra ieri e oggi ha aperto l'attività Afif, qui vicino. Pachistano, musulmano, lavora tutti i giorni tranne il venerdi. Fa lavori di sartoria, ovviamente si prende poco. Ha poche cose dentro ma lui sa già che il lavoro gli andrà bene. Si spende bene da Afif, magari tra qualche mese si prenderà un'altra vetrina del negozio affianco che ha fallito 10 anni fa e allargherà la sua clientela.
Sapere che la polizia non riesca a venirne a capo, mi fa intendere che probabilmente le cose vanno lasciate così.
Riguardo a Cohen, il 75enne ucciso con una coltellata dentro il portone,l'indagine ha portato nuovi sviluppi. Si tratta di uno stalker che aveva una mezza relazione con una che era impegnato con uno dei servizi segreti. Pure geloso. E che lo ha ammazzato così.
I giornali si dimenticano di dire che lavorasse al Ghetto, con la copertura di magazziniere presso un negozio di David Mayer (cognato), che fosse tra l'altro un nullatenente e che invece prestasse i soldi a strozzo, proprio a 2 passi dalla gioielleria di Simmi. Che tra l'altro ha 2 figli che invece hanno 2 negozi su via dei Coronari, che hanno strane conoscenze con il pugile a cui hanno sparato lo scorso 1° novembre a Tor Bella Monaca. Oggi come oggi è impossibile credere che in polizia non hanno personale qualificato in grado di recuperare informazioni come fa un singolo cittadino ignorante.
E poi mettiamoci della nuova attività che sta aprendo a Piazza Costaguti che sfrutta un locale enorme che era stato chiuso per secoli. In tempi di crisi voi fareste un investimento del genere, avendo da combattere tra spese e bollette?
Lasciamolo dormire ancora il nostro Caro Sindaco. Facciamo dormire anche i romani che a parte un pò di indignazione hanno paura di riprendersi il territorio. Questo è il pericolo mafioso su Roma di cui parla tanto il sindaco: l'omertà.







venerdì 16 dicembre 2011

Alemanno interrogato a Milano Rapporti con la 'ndrangheta da La Repubblica del 15/12/2011

L'INCHIESTA

Sentito dalla Boccassini per i suoi contatti con Lampada, il boss arrestato il 1° dicembre nell'inchiesta sulle infiltrazioni nel mondo della politica, dell'economia e della magistratura del clan Valle

di DAVIDE CARLUCCI Il sindaco Gianni Alemanno ascoltato dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano. Il primo cittadino è stato sentito dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini come persona informata dei fatti e ha dovuto giustificare i suoi contatti con Giulio Lampada, il boss della 'ndrangheta arrestato il 1° dicembre nell'inchiesta sulle infiltrazioni nel mondo della politica, dell'economia e della magistratura del clan Valle. Contatti che il sindaco ha definito normali incontri politici, in totale buona fede.

Alemanno è stato convocato nei giorni scorsi per aiutare i magistrati a ricostruire la mappa delle relazioni politiche instaurate in questi anni dal faccendiere calabrese che ha costruito il suo impero a Milano investendo nei videopoker e da qui ha avviato rapporti con esponenti locali e nazionali del Pdl. Il sindaco di Roma, che non è indagato, è citato più volte nell'ordinanza d'arresto firmato dal gip Giuseppe Gennari. Il tramite fra Alemanno e Lampada è Franco Morelli, consigliere regionale calabrese e tra i fondatori di Area, la rivista di destra sociale che fa capo proprio ad Alemanno. Lampada, che da tempo frequenta Morelli  -  un suo zio era nello staff del politico  -  riesce grazie a lui a trovarsi a tu per tu con l'allora ministro delle Politiche agricole nel corso di un incontro al Cafè de Paris, il rinomato locale di via Veneto sequestrato nel 2009 perché considerato nella disponibilità della cosca Alvaro.

Il particolare dell'incontro emerge dall'ascolto di una
conversazione telefonica del 3 aprile 2008 in cui Lampada parla con Vincenzo Giglio, il medico e cugino omonimo del magistrato calabrese arrestato nel blitz. "Tu immagina  -  racconta Lampada  -  il ministro con il microfono in mano, seguimi, 'ringrazio il gruppo Lampada, noto industriale calabrese a Milano, e il dottore Vincenzo Giglio', noi in un angolino che gli alzavamo la mano tipo 'cia', cià, cià".

Alemanno, che è stato sentito dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini, non era perfettamente a conoscenza di chi fosse davvero Lampada. Ma per il gip Gennari "questa vicenda è la dimostrazione delle potenzialità che è in grado di produrre la strategia di Lampada. Attraverso il meccanismo delle conoscenze concatenate (...) possono arrivare agevolmente ai vertici politici ed entrare in contatto con personaggi di rilievo governativo e nazionale. Che Alemanno  -  così com'è  -  non avesse idea alcuna di chi fossero in realtà i Lampada  -  osserva ancora il giudice  -  conta poco o nulla. Quello che conta è che il gruppo mafioso riesca ad accedere a determinate relazioni personali di favori alla quale mai avrebbe potuto avvicinarsi se non beneficiando della rete di compiacenze mafiose".
(15 dicembre 2011)

martedì 6 dicembre 2011

Cos'è questo golpe? Io so

di Pier Paolo Pasolini
Io so.
Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato "golpe" (e che in realtà è una serie di "golpe" istituitasi a sistema di protezione del potere).
Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969.
Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974.
Io so i nomi del "vertice" che ha manovrato, dunque, sia i vecchi fascisti ideatori di "golpe", sia i neo-fascisti autori materiali delle prime stragi, sia infine, gli "ignoti" autori materiali delle stragi più recenti.
Io so i nomi che hanno gestito le due differenti, anzi, opposte, fasi della tensione: una prima fase anticomunista (Milano 1969) e una seconda fase antifascista (Brescia e Bologna 1974).
Io so i nomi del gruppo di potenti, che, con l'aiuto della Cia (e in second'ordine dei colonnelli greci della mafia), hanno prima creato (del resto miseramente fallendo) una crociata anticomunista, a tamponare il '68, e in seguito, sempre con l'aiuto e per ispirazione della Cia, si sono ricostituiti una verginità antifascista, a tamponare il disastro del "referendum".
Io so i nomi di coloro che, tra una Messa e l'altra, hanno dato le disposizioni e assicurato la protezione politica a vecchi generali (per tenere in piedi, di riserva, l'organizzazione di un potenziale colpo di Stato), a giovani neo-fascisti, anzi neo-nazisti (per creare in concreto la tensione anticomunista) e infine criminali comuni, fino a questo momento, e forse per sempre, senza nome (per creare la successiva tensione antifascista). Io so i nomi delle persone serie e importanti che stanno dietro a dei personaggi comici come quel generale della Forestale che operava, alquanto operettisticamente, a Città Ducale (mentre i boschi italiani bruciavano), o a dei personaggio grigi e puramente organizzativi come il generale Miceli.
Io so i nomi delle persone serie e importanti che stanno dietro ai tragici ragazzi che hanno scelto le suicide atrocità fasciste e ai malfattori comuni, siciliani o no, che si sono messi a disposizione, come killer e sicari.
Io so tutti questi nomi e so tutti i fatti (attentati alle istituzioni e stragi) di cui si sono resi colpevoli.
Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi.
Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà, la follia e il mistero.
Tutto ciò fa parte del mio mestiere e dell'istinto del mio mestiere. Credo che sia difficile che il mio "progetto di romanzo", sia sbagliato, che non abbia cioè attinenza con la realtà, e che i suoi riferimenti a fatti e persone reali siano inesatti. Credo inoltre che molti altri intellettuali e romanzieri sappiano ciò che so io in quanto intellettuale e romanziere. Perché la ricostruzione della verità a proposito di ciò che è successo in Italia dopo il '68 non è poi così difficile.
Tale verità - lo si sente con assoluta precisione - sta dietro una grande quantità di interventi anche giornalistici e politici: cioè non di immaginazione o di finzione come è per sua natura il mio. Ultimo esempio: è chiaro che la verità urgeva, con tutti i suoi nomi, dietro all'editoriale del "Corriere della Sera", del 1° novembre 1974.
Probabilmente i giornalisti e i politici hanno anche delle prove o, almeno, degli indizi.
Ora il problema è questo: i giornalisti e i politici, pur avendo forse delle prove e certamente degli indizi, non fanno i nomi.
A chi dunque compete fare questi nomi? Evidentemente a chi non solo ha il necessario coraggio, ma, insieme, non è compromesso nella pratica col potere, e, inoltre, non ha, per definizione, niente da perdere: cioè un intellettuale.
Un intellettuale dunque potrebbe benissimo fare pubblicamente quei nomi: ma egli non ha né prove né indizi.
Il potere e il mondo che, pur non essendo del potere, tiene rapporti pratici col potere, ha escluso gli intellettuali liberi - proprio per il modo in cui è fatto - dalla possibilità di avere prove ed indizi.
Mi si potrebbe obiettare che io, per esempio, come intellettuale, e inventore di storie, potrei entrare in quel mondo esplicitamente politico (del potere o intorno al potere), compromettermi con esso, e quindi partecipare del diritto ad avere, con una certa alta probabilità, prove ed indizi.
Ma a tale obiezione io risponderei che ciò non è possibile, perché è proprio la ripugnanza ad entrare in un simile mondo politico che si identifica col mio potenziale coraggio intellettuale a dire la verità: cioè a fare i nomi.
Il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili in Italia.
All'intellettuale - profondamente e visceralmente disprezzato da tutta la borghesia italiana - si deferisce un mandato falsamente alto e nobile, in realtà servile: quello di dibattere i problemi morali e ideologici.
Se egli vien messo a questo mandato viene considerato traditore del suo ruolo: si grida subito (come se non si aspettasse altro che questo) al "tradimento dei chierici" è un alibi e una gratificazione per i politici e per i servi del potere.
Ma non esiste solo il potere: esiste anche un'opposizione al potere. In Italia questa opposizione è così vasta e forte da essere un potere essa stessa: mi riferisco naturalmente al Partito comunista italiano.
È certo che in questo momento la presenza di un grande partito all'opposizione come è il Partito comunista italiano è la salvezza dell'Italia e delle sue povere istituzioni democratiche.
Il Partito comunista italiano è un Paese pulito in un Paese sporco, un Paese onesto in un Paese disonesto, un Paese intelligente in un Paese idiota, un Paese colto in un Paese ignorante, un Paese umanistico in un Paese consumistico. In questi ultimi anni tra il Partito comunista italiano, inteso in senso autenticamente unitario - in un compatto "insieme" di dirigenti, base e votanti - e il resto dell'Italia, si è aperto un baratto: per cui il Partito comunista italiano è divenuto appunto un "Paese separato", un'isola. Ed è proprio per questo che esso può oggi avere rapporti stretti come non mai col potere effettivo, corrotto, inetto, degradato: ma si tratta di rapporti diplomatici, quasi da nazione a nazione. In realtà le due morali sono incommensurabili, intese nella loro concretezza, nella loro totalità. È possibile, proprio su queste basi, prospettare quel "compromesso", realistico, che forse salverebbe l'Italia dal completo sfacelo: "compromesso" che sarebbe però in realtà una "alleanza" tra due Stati confinanti, o tra due Stati incastrati uno nell'altro.
Ma proprio tutto ciò che di positivo ho detto sul Partito comunista italiano ne costituisce anche il momento relativamente negativo.
La divisione del Paese in due Paesi, uno affondato fino al collo nella degradazione e nella degenerazione, l'altro intatto e non compromesso, non può essere una ragione di pace e di costruttività.
Inoltre, concepita così come io l'ho qui delineata, credo oggettivamente, cioè come un Paese nel Paese, l'opposizione si identifica con un altro potere: che tuttavia è sempre potere.
Di conseguenza gli uomini politici di tale opposizione non possono non comportarsi anch'essi come uomini di potere.
Nel caso specifico, che in questo momento così drammaticamente ci riguarda, anch'essi hanno deferito all'intellettuale un mandato stabilito da loro. E, se l'intellettuale viene meno a questo mandato - puramente morale e ideologico - ecco che è, con somma soddisfazione di tutti, un traditore.
Ora, perché neanche gli uomini politici dell'opposizione, se hanno - come probabilmente hanno - prove o almeno indizi, non fanno i nomi dei responsabili reali, cioè politici, dei comici golpe e delle spaventose stragi di questi anni? È semplice: essi non li fanno nella misura in cui distinguono - a differenza di quanto farebbe un intellettuale - verità politica da pratica politica. E quindi, naturalmente, neanch'essi mettono al corrente di prove e indizi l'intellettuale non funzionario: non se lo sognano nemmeno, com'è del resto normale, data l'oggettiva situazione di fatto.
L'intellettuale deve continuare ad attenersi a quello che gli viene imposto come suo dovere, a iterare il proprio modo codificato di intervento.
Lo so bene che non è il caso - in questo particolare momento della storia italiana - di fare pubblicamente una mozione di sfiducia contro l'intera classe politica. Non è diplomatico, non è opportuno. Ma queste categorie della politica, non della verità politica: quella che - quando può e come può - l'impotente intellettuale è tenuto a servire.
Ebbene, proprio perché io non posso fare i nomi dei responsabili dei tentativi di colpo di Stato e delle stragi (e non al posto di questo) io non posso pronunciare la mia debole e ideale accusa contro l'intera classe politica italiana.
E io faccio in quanto io credo alla politica, credo nei principi "formali" della democrazia, credo nel Parlamento e credo nei partiti. E naturalmente attraverso la mia particolare ottica che è quella di un comunista.
Sono pronto a ritirare la mia mozione di sfiducia (anzi non aspetto altro che questo) solo quando un uomo politico - non per opportunità, cioè non perché sia venuto il momento, ma piuttosto per creare la possibilità di tale momento - deciderà di fare i nomi dei responsabili dei colpi di Stato e delle stragi, che evidentemente egli sa, come me, non può non avere prove, o almeno indizi.
Probabilmente - se il potere americano lo consentirà - magari decidendo "diplomaticamente" di concedere a un'altra democrazia ciò che la democrazia americana si è concessa a proposito di Nixon - questi nomi prima o poi saranno detti. Ma a dirli saranno uomini che hanno condiviso con essi il potere: come minori responsabili contro maggiori responsabili (e non è detto, come nel caso americano, che siano migliori). Questo sarebbe in definitiva il vero Colpo di Stato.

venerdì 2 dicembre 2011

La guerra silenziosa di Obama

Cari pochi lettori rimasti,

andiamo, cerchiamo di capire che sta crisi, tanto per cambiare se la sono inventata a tavolino.
Qui c'è un binomio Obama-Sarkozy che non mi piace per niente.
L'Euro è stato il tragico problema per un paese che campa di petrolio ( e che attualmente costa $3,50 al gallone = 4.5 litri circa). Ve lo ricordate il petroliere Bush che nel 2001, per chi ci crede, diede uno slancio all'economia americana facendo crollare 2 torri?
Pensate solamente al fatto che l'Euro era appena nato e che un paese come l'Iraq, stava per prendere la decisione di commerciare petrolio in Euro. Non avreste cominciato a scalpitare anche voi? Ma ciò che più sconvolge, e che traccia la vera linea politica degli Stati Uniti, è che questa guerra all'Euro non si è mai placata. Certo, anche loro hanno i loro problemi economici, una popolazione che si impegna a non fare niente dalla mattina alla sera, probabilmente, porta alla stagnazione dell'economia.
Il restyling del sogno americano, compreso quello di Obama nero come presidente, è sicuramente una buona carta da giocare nel mondo. Così attento alle necessità del suo popolo e alla volontà di non fare più guerre.
Pensate però, che l'Euro risulta essere da parecchi anni, la moneta più forte rispetto al dollaro. Di poco certo, ma abbastanza da bloccare l'economia americana che tende la mano alla Cina ( quelli comunisti per intenderci ), In più mettiamo il fatto che l'Europa (ed in particolare paesi come Germania e Francia ) sono quelli che dopo le guerre americane si spartiscono il commercio nei paesi democratizzati ( Iraq, Afghanistan e tutti i paesi del medioriente ) facendo uscire di senno gli americani che vorrebbero svuotare i loro depositi oltre che riempire i serbatoi. E ciò che Obama sta facendo, che è molto peggio, è lasciare fuori il Popolo Eletto creando sconcerto tra questi che si ritrovano ancora col "pericolo nucleare" di Siria, Russia, Turchia ed Iran. Essere un paese piccolo in mezzo a tutti quei musulmani non dev'essere simpatico soprattutto quando anche gli Stati Uniti stanno lasciando la presa.
L'alleanza silenziosa tra Francia e Stati Uniti ne è la prova più significativa. Vi ricordate di Strauss-Kahn? Quell'essere ( socialista ed ebreo ) era a capo del Fondo Monetario Internazionale nonchè futuro candidato alle presidenziali francesi. Con un solo colpo c'era la possibilità di farlo fuori. Perchè l'Euro sarebbe potuto diventare realmente la nuova moneta mondiale.
Va ricordato che lo sputtanamento mediatico di natura sessuale è concettualmente americano. Togliendo fuori l'Italia dove si sputtana senza concludere niente, in America va sempre bene per eliminare qualcuno. Di certo non è di natura europea, dove di solito per far fuori qualcuno basta dirgli che è un incompetente e la gente si dimette.
Fatto fuori Strauss-Kahn, viene facile capire chi c'abbia guadagnato: Stati Uniti e Francia. Inutile ormai far capire che è stato tutto organizzato, l'importante è che quel posto sia libero.
Ricordiamo inoltre della guerra alla Libia, voluta da Sarkozy ma architettata con Obama che ovviamente, visto che lui è un pacifista, non ha partecipato con le sue truppe. E ricordiamoci anche del Giappone che sta vivendo una crisi nera e sta affondando sempre di più e che nell'economia mondiale non conta più un cazzo e che ha avuto un terremoto poco prima della guerra contro Gheddafi. Che comunque sarebbe stati contrari a tirar via il Rais. Tutte casualità, non ci credo che i Francesi gli abbiano tirato un missile nucleare sotto le centrali nipponiche. Per carità.
Fatto sta che Sarkozy, per guadagnare petrolio e nuovi impianti nucleari nel Maghreb, si venderebbe pure la madre. Così come sta facendo di tutto per affossare l'Euro.
Perchè non si fa un'analisi di tutto questo e diamo la colpa solo ai bilanci? L'Italia, che sta nella merda e nonostante i Suv, lo sappiamo tutti, sta sotto l'occhio del ciclone. E allora, come mai la Francia, che sta relativamente nella merda, non si degna neanche di prendere precauzioni. La triste fine dell'euro è così drammaticamente vicina che ci giriamo intorno.
Basterebbe dargli il contentino e far abbassare l'Euro rispetto al dollaro, ci salveremmo tutti ma ormai la partita non può finire in pareggio. figuriamoci in pareggio di bilancio.

sabato 26 novembre 2011