Roma è ferma e ha bisogno di una scossa
C'è qualcosa che non va. E la nostra città è punto di
osservazione privilegiato. Qui vivono, infatti, decine di migliaia di
studenti universitari fuori sede e di precari alle prese con i costi più
alti d’Italia per le case o le stanze in affitto, spesso in nero. E
sempre Roma è al primo posto nel Paese per slot machine distribuite:
oltre 50mila. Quando non c’è più una speranza da coltivare, questo
sembra essere l’invito, non resta che giocare la carta della famosa “dea
bendata”. Non mancano, fortunatamente, i protagonisti di una riscossa
possibile, dalla lotta all’emarginazione sociale alla tutela
dell’ambiente, dalla cultura alla politica fino all’economia
Ha uno strano volto la crisi economica che stiamo
vivendo, quasi fosse un Giano bifronte. Da un lato, infatti, i tagli al
welfare, a cominciare dall’università e dalla scuola, stanno
precipitando i giovani in una condizione di assoluta precarietà, anche
dal punto di vista formativo, come si può leggere nella nostra storia di
copertina (a pagina 8). Generazioni senza Stato, verrebbe da dire.
Dall’altro, con l’ultima manovra finanziaria il governo vuole fare cassa
sulla crescente passione degli italiani, per molti ormai patologica,
verso il gioco d’azzardo, come raccontiamo nell’inchiesta a pagina 67.
Anzi, lanciando sul mercato nuove generazioni di giochi on line, lo
Stato “biscazziere” sembra voler puntare proprio su quei giovani a cui
rifiuta le risorse per costruirsi un futuro.
Prendere fiducia. C'è qualcosa che non va. E la nostra città è punto di osservazione privilegiato. Qui vivono, infatti, decine di migliaia di studenti universitari fuori sede e di precari alle prese con i costi più alti d’Italia per le case o le stanze in affitto, spesso in nero. E sempre Roma è al primo posto nel Paese per slot machine distribuite: oltre 50mila. Quando non c’è più una speranza da coltivare, questo sembra essere l’invito, non resta che giocare la carta della famosa “dea bendata”. Qualcuno ci guadagna di sicuro, ma non è certo chi scommette. Eppure Roma avrebbe davvero bisogno di una sana voglia di scommettere, ovviamente in tutt’altro senso. Perché la città è ferma, non produce più ricchezza, come segnala Luca Lo Bianco nella sua rubrica a pagina 62. Anche i treni vanno a singhiozzo, nonostante gli investimenti annunciati dalla Regione Lazio e da Trenitalia. E ne sanno qualcosa i 360mila pendolari che perdono ogni anno, a causa dei ritardi, 27 milioni di ore, come ha calcolato il Coordinamento dei comitati (pag. 28). Ha ragione Legambiente: allucinante, fino al parossismo degli assalti ai treni e dei binari occupati dopo il caos scatenato dall’incendio del 24 luglio alla stazione Tiburtina.
Non mancano, fortunatamente, i protagonisti di una riscossa possibile, dalla lotta all’emarginazione sociale alla tutela dell’ambiente, dalla cultura alla politica fino all’economia: chi ogni giorno opera in contesti difficili, come i campi rom, autorizzati e non (pag. 22), e chi ha deciso di dedicarsi con impegno e competenza alla rinascita del Tevere, come fa Giuseppe Amendola (pag. 36); i gestori, coraggiosi, delle librerie indipendenti (pag. 39) e le associazioni che s’incontrano per costruire un’alternativa dal basso (pag. 56); gli imprenditori che scommettono sulla green economy (pag. 64) e le cooperative che danno vita alla Strada dell’economia sociale (pag. 72). Raccontarne le iniziative e i progetti è anche un modo per respirare, insieme, un poco di aria buona. E prendere fiducia. Ne abbiamo bisogno, in quest’autunno che si annuncia difficile. E “caldo”.
Post scriptum. Abbiamo scelto di affrontare lo sport da due angolazioni diverse: le grandi e legittime aspettative (insieme alle preoccupazioni) per la candidatura della Capitale alle Olimpiadi 2020 (pag. 51); l’avvio della nuova stagione del calcio dilettantistico, che a Roma e nel Lazio coinvolge oltre 700 società e più di 90mila iscritti (pag. 75). Faccio ovviamente il tifo, a titolo personale, perché Roma vinca la sfida e si aggiudichi la straordinaria opportunità rappresentata dai Giochi, confidando nel fatto che si faccia tesoro della lezione dei Mondiali del ’90 e non se ne ripetano gli errori. Ma se dovessi scegliere su quale tribuna salire per inneggiare allo sport, non avrei dubbi: una qualsiasi di quelle dei campi in cui giocano giovani e giovanissimi atleti della nostra città. Grazie alla passione di pochi e nonostante la distrazione di molti, istituzioni sportive comprese.
Prendere fiducia. C'è qualcosa che non va. E la nostra città è punto di osservazione privilegiato. Qui vivono, infatti, decine di migliaia di studenti universitari fuori sede e di precari alle prese con i costi più alti d’Italia per le case o le stanze in affitto, spesso in nero. E sempre Roma è al primo posto nel Paese per slot machine distribuite: oltre 50mila. Quando non c’è più una speranza da coltivare, questo sembra essere l’invito, non resta che giocare la carta della famosa “dea bendata”. Qualcuno ci guadagna di sicuro, ma non è certo chi scommette. Eppure Roma avrebbe davvero bisogno di una sana voglia di scommettere, ovviamente in tutt’altro senso. Perché la città è ferma, non produce più ricchezza, come segnala Luca Lo Bianco nella sua rubrica a pagina 62. Anche i treni vanno a singhiozzo, nonostante gli investimenti annunciati dalla Regione Lazio e da Trenitalia. E ne sanno qualcosa i 360mila pendolari che perdono ogni anno, a causa dei ritardi, 27 milioni di ore, come ha calcolato il Coordinamento dei comitati (pag. 28). Ha ragione Legambiente: allucinante, fino al parossismo degli assalti ai treni e dei binari occupati dopo il caos scatenato dall’incendio del 24 luglio alla stazione Tiburtina.
Non mancano, fortunatamente, i protagonisti di una riscossa possibile, dalla lotta all’emarginazione sociale alla tutela dell’ambiente, dalla cultura alla politica fino all’economia: chi ogni giorno opera in contesti difficili, come i campi rom, autorizzati e non (pag. 22), e chi ha deciso di dedicarsi con impegno e competenza alla rinascita del Tevere, come fa Giuseppe Amendola (pag. 36); i gestori, coraggiosi, delle librerie indipendenti (pag. 39) e le associazioni che s’incontrano per costruire un’alternativa dal basso (pag. 56); gli imprenditori che scommettono sulla green economy (pag. 64) e le cooperative che danno vita alla Strada dell’economia sociale (pag. 72). Raccontarne le iniziative e i progetti è anche un modo per respirare, insieme, un poco di aria buona. E prendere fiducia. Ne abbiamo bisogno, in quest’autunno che si annuncia difficile. E “caldo”.
Post scriptum. Abbiamo scelto di affrontare lo sport da due angolazioni diverse: le grandi e legittime aspettative (insieme alle preoccupazioni) per la candidatura della Capitale alle Olimpiadi 2020 (pag. 51); l’avvio della nuova stagione del calcio dilettantistico, che a Roma e nel Lazio coinvolge oltre 700 società e più di 90mila iscritti (pag. 75). Faccio ovviamente il tifo, a titolo personale, perché Roma vinca la sfida e si aggiudichi la straordinaria opportunità rappresentata dai Giochi, confidando nel fatto che si faccia tesoro della lezione dei Mondiali del ’90 e non se ne ripetano gli errori. Ma se dovessi scegliere su quale tribuna salire per inneggiare allo sport, non avrei dubbi: una qualsiasi di quelle dei campi in cui giocano giovani e giovanissimi atleti della nostra città. Grazie alla passione di pochi e nonostante la distrazione di molti, istituzioni sportive comprese.
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